IL CAFFÈ NON TI FA EFFETTO?
NON TUTTI REAGISCONO AL CAFFE’ ALLO STESSO MODO.
Per alcuni, una tazzina al pomeriggio è solo una piacevole pausa; per altri può causare insonnia o agitazione. La sensibilità alla caffeina varia da persona a persona, per cui ognuno dovrebbe capire qual è il momento giusto per sé e regolarsi di conseguenza.
Sintesi del contenuto
La nutrigenetica analizza come la genetica individuale influenzi la risposta ai nutrienti, in particolare alla caffeina. Il gene CYP1A2 regola l’enzima che la metabolizza: a seconda della variante genetica, una persona può essere un metabolizzatore rapido (tollera bene la caffeina) o lento (più sensibile a effetti come insonnia e tachicardia).
La caffeina è presente in caffè, tè, bevande energetiche, cioccolato, integratori e farmaci. Conoscere il proprio profilo genetico aiuta a personalizzare il consumo e migliorare il benessere, soprattutto per chi la smaltisce più lentamente e deve adottare piccoli accorgimenti quotidiani.
Perchè è importante conoscere la nutrigenetica
La nutrigenetica è la scienza che studia come le variazioni genetiche individuali influenzano la risposta dell’organismo ai nutrienti e alle sostanze contenute negli alimenti, come ad esempio la caffeina.
Questa disciplina è fondamentale per comprendere perché alcune persone tollerano bene il caffè, mentre altre manifestano effetti indesiderati come insonnia, nervosismo o tachicardia, anche dopo una sola tazza. Le cause di queste differenze risiedono nel nostro DNA.
Caffeina e genetica
Il ruolo del gene CYP1A2
La caffeina è una sostanza stimolante presente nel caffè, ma non solo come vedremo meglio in seguito. Il nostro corpo la metabolizza grazie a un enzima prodotto dal fegato, la cui attività è regolata dal gene CYP1A2 (appunto regola l’attività dell’enzima epatico incaricato di smaltirla).
A seconda della variante genetica di questo gene, si possono distinguere due categorie principali di persone (che approfondiremo in seguito):
Metabolizzatori rapidi: smaltiscono la caffeina più velocemente.
Metabolizzatori lenti: la caffeina resta più a lungo in circolo.
Dove si trova la caffeina
La caffeina è un alcaloide naturale presente in diverse piante e, quindi, in molti prodotti di uso quotidiano.
Bevande che contengono caffeina:
• Caffè (varia in base alla preparazione):
Caffè filtrato (americano): circa 85 mg per tazza (125 ml)
Caffè espresso: circa 60 mg per porzione (30 ml)
Caffè solubile: circa 65 mg per tazza (125 ml)
Caffè decaffeinato: circa 3 mg per tazza (125 ml)
• Tè:
• Tè nero: circa 32 mg per tazza (150 ml)
• Tè verde: quantità simili al nero, ma variabili a seconda dell’infusione
• Bevande energetiche: da 80 a 165 mg per lattina (250 ml)
• Bibite a base di cola: circa 32 mg per lattina (330 ml)
Alimenti che contengono caffeina:
Cioccolato:
• Fondente: circa 42 mg per 100 g
• Al latte: circa 20 mg per 100 g
Dolci al cacao: torte, biscotti e gelati contenenti cacao hanno caffeina in quantità variabile in base alla percentuale di cacao.
Altri prodotti:
Integratori: spesso presenti in prodotti per migliorare le prestazioni fisiche o favorire il dimagrimento.
Farmaci da banco: alcuni analgesici contengono caffeina tra gli ingredienti.Il ruolo della nutrigenetica nella risposta alla caffeina
Metabolizzatori rapidi:
Chi smaltisce bene la caffeina
Le persone con questo profilo genetico:
• Smaltiscono la caffeina in modo efficiente grazie a un’attività più intensa dell’enzima CYP1A2.
• Gli effetti stimolanti durano poco e sono generalmente lievi.
• Possono bere caffè anche nel tardo pomeriggio senza influire significativamente sulla qualità del sonno.
• Tollerano quantità elevate di caffeina senza sviluppare sintomi come ansia, tachicardia o insonnia.
Metabolizzatori lenti:
Più sensibili alla caffeina
In questo caso, il corpo impiega più tempo a smaltire la caffeina:
• La sostanza rimane in circolo più a lungo, aumentando il rischio di effetti collaterali.
• Anche una dose moderata può causare insonnia, tachicardia, ansia o irritabilità.
• È consigliabile limitare il consumo, soprattutto nel pomeriggio e alla sera, per evitare disturbi del sonno.
E tu, che tipo sei?
Molte persone non sanno di essere metabolizzatori lenti finché non associano i sintomi come insonnia, nervosismo o battito accelerato al caffè o ad altre fonti di caffeina.
Grazie alla nutrigenetica, oggi è possibile scoprirlo tramite test genetici specifici, che analizzano il gene CYP1A2 e altri fattori legati al metabolismo della caffeina. Conoscere questa informazione ti permette di personalizzare la tua alimentazione e migliorare il tuo benessere quotidiano.
Se un test genetico rivela che metabolizzi lentamente la caffeina, è utile adottare alcune strategie per ridurne l’impatto negativo sul benessere quotidiano:
• Evita il consumo di caffeina dopo le 14:00, per non compromettere il sonno notturno.
• Scegli alternative senza caffeina, come caffè decaffeinato, caffè d’orzo, tisane o infusi rilassanti.
• Riduci gradualmente le dosi, soprattutto se sei abituato a consumarne molta, per prevenire sintomi da sospensione come mal di testa o irritabilità.
Conclusioni
Conoscere il proprio profilo genetico attraverso la nutrigenetica non è solo una curiosità: è uno strumento concreto per personalizzare la dieta e migliorare la qualità della vita. Se sei un metabolizzatore lento, imparare a gestire la caffeina può significare dormire meglio, sentirti più calmo e prevenire disturbi comuni legati al suo consumo.La caffeina può essere un piacere, ma solo se il tuo corpo è predisposto a gestirla nel modo giusto.
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